Un corso per sentirsi “a casa”

Il nostro corso, che è ripartito poco più di un mese fa, ha lo scopo di dare autonomia a delle donne che si trovano catapultate in un paese di cui non conoscono nulla e in cui ogni azione, anche la più banale come comprare del riso o una tachipirina, ha bisogno della mediazione di qualcuno. Donne che quando stanno male non sanno a chi rivolgersi e che, se trovano un medico, non sanno nemmeno come spiegare i sintomi avvertiti. Donne che hanno difficoltà a sbrigare le pratiche più comuni come pagare una bolletta o leggere una ricetta medica, o ancora più grave, come iscrivere i figli a scuola e, ancora peggio, saper giustificare le loro assenze dal registro elettronico….
Donne sole, dentro 4 mura, spesso squallide e fredde, per tante ore della giornata, mentre il marito è al lavoro e i figli sono a scuola; e la nostalgia sale e morde… e irrompe la voglia di dire “esisto anch’io”…. E si fa più intenso il bisogno di relazioni inclusive, calde, semplici e umane: sentirsi rivolgere un «buongiorno»,
un sorriso, un ammiccamento di complicità. Per noi docenti una delle sfide maggiori è quella di riuscire a farsi accogliere nel loro mondo, nella loro vita; a conquistare la loro fiducia, mentre cerchiamo di far loro percepire la nostra. Reciprocità tra donne adulte, condivisione di esperienze, arricchimento culturale a 360°, scoperta stupita di intelligenze brillanti, di saggezze e valori profondi, di variegate competenze professionali… e accorgersi, tristemente, che tutto
questo resta chiuso nel cassetto di un grande armadio: i cittadini italiani che, all’accoglienza di un’offerta abbondante, preferiscono l’indifferenza.

Suor Florenza o.p.

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